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Umberto Scerrato (1928-2004) è stato uno dei più importanti archeologi italiani. Nel 1956 fu il primo archeologo della Missione Archeologica Italiana in Afghanistan a svolgere ricerche in un sito islamico del continente asiatico. A soli 28 anni portò alla luce i primi interessanti resti della città di Ghazni che, dopo essere stata una delle città più fiorenti nei secoli XI-XII sotto la potente dinastia dei sultani dei Ghaznavidi, era stata completamente rasa al suolo dalle invasioni delle orde mongole nella seconda metà del XIII secolo. Come docente dell'Università di Napoli l'Orientale Scerrato tenne negli gli anni Sessanta del Novecento il primo insegnamento di Archeologia Orientale in questo Ateneo e costituì il Seminario di Archeologia Orientale per il quale acquisì i primi materiali per la realizzazione di un museo didattico. Il museo a lui dedicato è stato inaugurato il 13 novembre 2012.
Umberto Scerrato (1928-2004) è stato uno dei più importanti archeologi italiani. Nel 1956 fu il primo archeologo della Missione Archeologica Italiana in Afghanistan a svolgere ricerche in un sito islamico del continente asiatico. A soli 28 anni portò alla luce i primi interessanti resti della città di Ghazni che, dopo essere stata una delle città più fiorenti nei secoli XI-XII sotto la potente dinastia dei sultani dei Ghaznavidi, era stata completamente rasa al suolo dalle invasioni delle orde mongole nella seconda metà del XIII secolo. Come docente dell'Università di Napoli l'Orientale Scerrato tenne negli gli anni Sessanta del Novecento il primo insegnamento di Archeologia Orientale in questo Ateneo e costituì il Seminario di Archeologia Orientale per il quale acquisì i primi materiali per la realizzazione di un museo didattico. Il museo a lui dedicato è stato inaugurato il 13 novembre 2012.
Historical Description
Studi Magrebini è una rivista scientifica internazionale con cadenza annuale o semestrale, edita dal 1966. Gli articoli sono sottoposti a processo di doppia revisione tra pari. La rivista adotta una prospettiva interdisciplinare e gli ambiti di interesse sono storia, religione, diritto, letteratura, filosofia, filologia, arte ed economia del Maghreb considerato anche nelle sue relazioni con l’area MENA (Middle East and North Africa), l’Europa e l’Africa.
Studi Magrebini è una rivista scientifica internazionale con cadenza annuale o semestrale, edita dal 1966. Gli articoli sono sottoposti a processo di doppia revisione tra pari. La rivista adotta una prospettiva interdisciplinare e gli ambiti di interesse sono storia, religione, diritto, letteratura, filosofia, filologia, arte ed economia del Maghreb considerato anche nelle sue relazioni con l’area MENA (Middle East and North Africa), l’Europa e l’Africa.
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V Principe di Sulmona e Rossano; politico; presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia nel 1846-1847. La collezione di stampati e manoscritti della Biblioteca Borghese, formata da Paolo V ed accresciuta poi dai suoi discendenti, fu venduta a Roma in due aste nel 1892 e nel 1893, dopo la morte di Marco Antonio.
V Principe di Sulmona e Rossano; politico; presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia nel 1846-1847. La collezione di stampati e manoscritti della Biblioteca Borghese, formata da Paolo V ed accresciuta poi dai suoi discendenti, fu venduta a Roma in due aste nel 1892 e nel 1893, dopo la morte di Marco Antonio.
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Gerolamo Emilio Gerini (1860-1913) sottotenente di fanteria, nel 1881si trasferisce a Bangkok, dove diventa istruttore dell'esercito siamese e poi segretario dell'allora ministro del Nord, il principe Maha Mala, zio del re Rama V Chulalongkorn. Viaggia e visita buona parte del Paese, acquisendo una conoscenza perfetta della lingua thai oltre che di altre lingue quali il malese ed il birmano, il mon ed il khmer, e di molti dialetti locali. Studia il sanscrito e il pali, lingue dei testi sacri buddhisti. Nel 1906, lascia il servizio con una pensione reale con il grado di colonnello, numerose onorificenze ed il titolo nobiliare di Phra. Rientra in Italia e nel 1911, su incarico del Re Rama V, fu curatore e direttore del Padiglione del Siam all'Esposizione Internazionale di Torino. Nel corso della sua vita di studio raccolse una biblioteca di oltre 3000 volumi già allora rari e manoscritti. La sua biblioteca fu donata negli anni Novanta all'ex Biblioteca Maurizio Taddei. Nella foto il logo personale di G.E.Gerini da lui creato e posto poi sui cancelli della sua villa in Cisano sul Neva. Il monogramma GEG è sormontato dalla lettera thai ส, iniziale di Sarasasana Balakhandh suo titolo e nome, che in Thai viene sempre preceduto dal suo titolo nobiliare Phra, entrambi conferitigli dal Re. (Per la foto si ringrazia Luciano Gerini)
Gerolamo Emilio Gerini (1860-1913) sottotenente di fanteria, nel 1881si trasferisce a Bangkok, dove diventa istruttore dell'esercito siamese e poi segretario dell'allora ministro del Nord, il principe Maha Mala, zio del re Rama V Chulalongkorn. Viaggia e visita buona parte del Paese, acquisendo una conoscenza perfetta della lingua thai oltre che di altre lingue quali il malese ed il birmano, il mon ed il khmer, e di molti dialetti locali. Studia il sanscrito e il pali, lingue dei testi sacri buddhisti. Nel 1906, lascia il servizio con una pensione reale con il grado di colonnello, numerose onorificenze ed il titolo nobiliare di Phra. Rientra in Italia e nel 1911, su incarico del Re Rama V, fu curatore e direttore del Padiglione del Siam all'Esposizione Internazionale di Torino. Nel corso della sua vita di studio raccolse una biblioteca di oltre 3000 volumi già allora rari e manoscritti. La sua biblioteca fu donata negli anni Novanta all'ex Biblioteca Maurizio Taddei. Nella foto il logo personale di G.E.Gerini da lui creato e posto poi sui cancelli della sua villa in Cisano sul Neva. Il monogramma GEG è sormontato dalla lettera thai ส, iniziale di Sarasasana Balakhandh suo titolo e nome, che in Thai viene sempre preceduto dal suo titolo nobiliare Phra, entrambi conferitigli dal Re. (Per la foto si ringrazia Luciano Gerini)
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Fu istituita nel novembre 1872 dalla Provincia, che unì le due biblioteche ormai chiuse, quella del Reale Officio Topografico e quella del Collegio Militare, aprendole al pubblico. Il Reale Officio Topografico nacque nel 1780 quando Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, illustre geografo padovano, fu chiamato a Napoli per redigere la carta topografica di tutte le province continentali del Regno delle Due Sicilie. Gli oltre 22.000 volumi della raccolta andarono a formare il nucleo essenziale della costituenda Biblioteca Provinciale.
Fu istituita nel novembre 1872 dalla Provincia, che unì le due biblioteche ormai chiuse, quella del Reale Officio Topografico e quella del Collegio Militare, aprendole al pubblico. Il Reale Officio Topografico nacque nel 1780 quando Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, illustre geografo padovano, fu chiamato a Napoli per redigere la carta topografica di tutte le province continentali del Regno delle Due Sicilie. Gli oltre 22.000 volumi della raccolta andarono a formare il nucleo essenziale della costituenda Biblioteca Provinciale.
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Nata nel 1880 come Club Africano (1880-82), la Società Africana d’Italia (SAI) fu un sodalizio di carattere geografico-commerciale fondato da alcuni dei nomi più in vista della società napoletana dell’epoca. La SAI fu promotrice di una serie di iniziative di carattere scientifico, commerciale e divulgativo, sostenendo progetti di esplorazione e di ricognizione commerciale, in parte anche realizzati, organizzando conferenze, promuovendo corsi di lingue, in particolare presso il Regio Istituto Orientale, oggi Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, dotandosi di un proprio Bollettino. Nel corso della sua attività la SAI accumulò un considerevole patrimonio librario e un patrimonio documentario costituito da una fototeca e da una collezione etnografica, botanica, zoologica e merceologica che costituirono una vera e propria raccolta museale. Nel dopoguerra, divenuta inagibile la sede della Società, gli archivi, la biblioteca e le collezioni, dopo essere stati temporaneamente conservati alla Mostra d’Oltremare, furono depositati presso l’allora Istituto Universitario Orientale.
Nata nel 1880 come Club Africano (1880-82), la Società Africana d’Italia (SAI) fu un sodalizio di carattere geografico-commerciale fondato da alcuni dei nomi più in vista della società napoletana dell’epoca. La SAI fu promotrice di una serie di iniziative di carattere scientifico, commerciale e divulgativo, sostenendo progetti di esplorazione e di ricognizione commerciale, in parte anche realizzati, organizzando conferenze, promuovendo corsi di lingue, in particolare presso il Regio Istituto Orientale, oggi Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, dotandosi di un proprio Bollettino. Nel corso della sua attività la SAI accumulò un considerevole patrimonio librario e un patrimonio documentario costituito da una fototeca e da una collezione etnografica, botanica, zoologica e merceologica che costituirono una vera e propria raccolta museale. Nel dopoguerra, divenuta inagibile la sede della Società, gli archivi, la biblioteca e le collezioni, dopo essere stati temporaneamente conservati alla Mostra d’Oltremare, furono depositati presso l’allora Istituto Universitario Orientale.
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Il Reale Officio Topografico sorse a Napoli nel 1780, con sede nei Quartieri Spagnoli, allorché fu chiamato a Napoli Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, illustre geografo padovano, per redigere la carta topografica di tutte le province continentali del Regno delle Due Sicilie. Il ROT produsse documenti di rara bellezza, che furono studiati e apprezzati dagli studiosi di tutta Europa: dalla Topografia dell’Agro Napoletano del 1793 all’Atlante Marittimo del Regno di Napoli. Anche la filiera produttiva creata attorno al Real Officio fu di notevole importanza: dalla Cartiera di Scauri, che forniva i materiali in esclusiva per i cartografi, ai fabbri di Rua Catalana, che si occupavano di realizzare gli stampi di rame. Nel 1879, l’ufficio dei Quartieri Spagnoli fu definitivamente chiuso e le maestranze napoletane furono trasferite all’Istituto Geografico Militare di Firenze. Gli oltre 22.000 volumi della raccolta andarono a formare il nucleo essenziale della Biblioteca Provinciale.
Il Reale Officio Topografico sorse a Napoli nel 1780, con sede nei Quartieri Spagnoli, allorché fu chiamato a Napoli Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, illustre geografo padovano, per redigere la carta topografica di tutte le province continentali del Regno delle Due Sicilie. Il ROT produsse documenti di rara bellezza, che furono studiati e apprezzati dagli studiosi di tutta Europa: dalla Topografia dell’Agro Napoletano del 1793 all’Atlante Marittimo del Regno di Napoli. Anche la filiera produttiva creata attorno al Real Officio fu di notevole importanza: dalla Cartiera di Scauri, che forniva i materiali in esclusiva per i cartografi, ai fabbri di Rua Catalana, che si occupavano di realizzare gli stampi di rame. Nel 1879, l’ufficio dei Quartieri Spagnoli fu definitivamente chiuso e le maestranze napoletane furono trasferite all’Istituto Geografico Militare di Firenze. Gli oltre 22.000 volumi della raccolta andarono a formare il nucleo essenziale della Biblioteca Provinciale.